Pareto, Keller e Jobs: il multitasking ci frammenta.
Fare tutto non è mai stata la risposta. E come una sola cosa può cambiare tutto.
Bentrovati su Builded, la newsletter settimanale per chi costruisce: business, startup, prodotti. Qui raccontiamo storie, strategie e riflessioni sul lato umano e culturale dell’innovazione, per capire cosa funziona davvero, senza scorciatoie.
L'arte del fare UNA cosa sola.
Lunedì sera, mentre scrivevo questo pezzo, ho contato quante schede avevo aperte nel browser. Ventitré. In una sola finestra.
Poi ho guardato il telefono: otto app in background.
E mi sono chiesto: quando è diventato normale vivere così frammentati?
Mai come oggi abbiamo accesso a così tante possibilità.
E mai come oggi siamo così tanto dispersi.
Il multitasking è la grande menzogna del nostro tempo.
Ce l'hanno venduto come un super potere. In realtà è la nostra kryptonite.
Il nostro cervello non fa più cose insieme.
Se lasciato libero, salta da una all’altra (ogni 47 secondi circa), perdendo energia ad ogni salto.
Come un giocoliere con troppi oggetti: prima o poi, tutto cade.
Gary Keller, nel suo libro The One Thing, smonta questa fallacia in tre concetti chiave:
L’effetto domino
Le grandi conquiste non accadono tutte insieme.
Sono una sequenza. Una cosa giusta fatta oggi che spinge quella di domani.La bugia del multitasking
Fare tutto, male e in fretta, è il modo più elegante per rimanere bloccati.
Le persone straordinarie fanno una cosa alla volta. Per davvero.La disciplina è un ponte, non una condizione
Serve solo all’inizio. Poi diventa abitudine.
E l’abitudine diventa identità.
Quindi: come scegliere dove mettere energia?
Pareto ci viene in aiuto con il principio del 20/80: l’80% dei risultati deriva dal 20% degli sforzi.
Applicato alla vita, significa:
Identifica quel 20% di azioni che ti porterà l’80% dei risultati che contano davvero.
È una lente. Ti mostra cosa tenere. E cosa lasciare andare.
Pensa a Steve Jobs.
Non faceva mille cose. Ne faceva una. Massimo due.
Ma le faceva talmente bene da cambiare il mondo.
Il suo segreto?
Sapeva dire “no” a tutto il resto. Un “no” forte.
Che liberava spazio al “sì” che contava davvero.
Ovviamente non devi cambiare il mondo come Jobs.
Ma concentrarti su ciò che conta davvero ti rende più lucido.
Più chiaro. Più presente.
Quello che la filosofia buddhista chiama “il qui e ora”.
Un solo momento: questo.
“Quando cammini, cammina. Quando mangi, mangia.”
Non si tratta di produttività.
Si tratta di presenza.
Essere pienamente in ciò che stai facendo: UN compito, UNA task di lavoro, UN momento di riposo, ti permette di viverlo davvero.
Un invito alla presenza.
Un addestramento mentale.
Perché dove va l’attenzione, lì cresce la realtà.
Il resto è rumore.
E allora ti chiedo:
Quante schede hai aperto nel tuo browser, in questo momento?
Se ti ha fatto pensare, scrivimi.
Mi interessa il tuo punto di vista. Sul serio.
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Spoiler: purtroppo si.
Come sempre, grazie per aver letto fino a qui. Ci leggiamo settimana prossima.
Un abbraccio,
Filippo di Builded.