Il fondatore stoico
Come le virtù filosofiche antiche possono aiutarci a sopravvivere all’inferno moderno dell’imprenditoria.
Hai mai pensato di mollare tutto perché “tanto non funziona”?
Hai mai guardato le metriche del tuo progetto e ti sei sentito un fallito con una buona idea?
Benvenuto/a. È esattamente lì che inizia il lavoro vero.
Quando il business diventa una guerra interiore.
C’è un mito tossico che ci accompagna quando iniziamo a costruire qualcosa: l’idea che il successo sia immediato, virale, matematico.
Che basti fare le cose giuste: contenuti, funnel, prodotto, community e le persone arriveranno.
La realtà è diversa.
È fatta di post che non leggono nemmeno gli amici. Di prodotti lanciati con entusiasmo e venduti a due parenti. Di giorni in cui ti chiedi cosa stai sbagliando. O se sei tu, il problema.
Lo storytelling motivazionale non aiuta. È pieno di startup uscite dal garage già valutate milioni, imprenditori under 30 con case su Forbes, e LinkedIn pieno di “failure turned into lesson turned into win”.
E tu lì, con la tua landing page che non converte.
Poi scopri lo stoicismo. E ti rendi conto che l’unico modo per non mollare è accettare che le cose vadano male, senza crollare.
Quando le metriche che non salgono, i dubbi che ti consumano.
Il problema non è solo che le cose vanno male. Il problema è come reagisci quando succede.
La verità è che non controlli i risultati. Mai.
Non puoi costringere qualcuno a cliccare sul tuo post, a comprare il tuo prodotto o a diventare fan della tua idea. Ma puoi controllare la tua risposta. E questo fa tutta la differenza.
Per mesi ho refreshato i numeri di iscritti alla mia newsletter come se guardandoli abbastanza a lungo potessero salire.
Spoiler: non salivano.
E più li guardavo, meno scrivevo.
Finché non ho capito una cosa fondamentale: i numeri non sono giudizi personali. Sono feedback.
Se un post non performa, scrivine uno meglio. Se nessuno compra, forse non hai capito il vero problema del cliente.
Se ti senti perso, smetti di rimuginare e fai ordine nel sistema.
Lo stoicismo non è filosofia da monaci. È una mentalità brutale, concreta, chirurgica: controlla ciò che puoi controllare, ignora il resto, migliora ogni giorno.
Le virtù stoiche che possono salvarti la pelle (e l’azienda).
C'è un momento, nel percorso di ogni imprenditore, in cui la paura prende il sopravvento.
Paura di aver sbagliato tutto. Di perdere tempo. Di fare figuracce. Di fallire.
Ma qui arriva la lezione più tagliente:
il coraggio non è l’assenza di paura. È l’atto di andare avanti anche quando hai paura.
Quando lasci un lavoro per inseguire un’idea, non stai scegliendo il rischio.
Stai scegliendo te stesso, e stai scommettendo che, anche nei giorni peggiori, troverai il modo di tenere botta.
E poi c’è l’umiltà.
Quella che non ti insegnano nei podcast motivazionali, dove tutti sembrano già avere le risposte.
Essere imprenditori è, prima di tutto, accettare di non sapere tutto.
“So di non sapere” - sosteneva Socrate.
Ogni giorno impari qualcosa. Ogni errore è una lezione. Ogni feedback, anche il più ruvido, è una mappa verso la versione migliore di ciò che stai costruendo.
L’integrità, infine, è ciò che separa le meteore dai costruttori.
Chiunque può vendere qualcosa una volta.
Pochi riescono a creare fiducia abbastanza da farsi comprare una seconda volta.
E questo non si costruisce con le ads. Si costruisce con le promesse mantenute.
Non puoi controllare tutto. Ma puoi controllare te stesso.
Ci sono giorni in cui ti svegli e pensi: “Forse non ne vale la pena.”
Ed è lì che entra in gioco l’ultima lezione stoica: l’equilibrio.
“A chi corre senza meta, nessun vento è favorevole” - Seneca
Schiacciarsi di lavoro non è dedizione, è autolesionismo.
Costruire un business che funziona non significa sacrificare la propria salute mentale, le relazioni, il tempo libero, la vita stessa.
Il mito del “lavora 18 ore al giorno per 10 anni e poi goditi tutto” è una bugia.
Non serve un’altra prigione. Serve un sistema che ti permetta di vivere, non solo di produrre.
Io ho imparato, a fatica, che un’ora al giorno per te stesso non è una pausa.
È benzina.
Lo scopo non è solo far crescere un’azienda. È diventare una persona in grado di sostenerla.
Costruire qualcosa di proprio è il gesto più stoico che esista.
Non per la gloria. Non per la libertà. Ma perché ti costringe ogni giorno a confrontarti con l’unica persona che puoi controllare: te stesso.
Non controlli il mercato, l’algoritmo o i clienti.
Controlli il tuo processo.
Controlli quanto impari da un fallimento.
Controlli la qualità delle tue decisioni.
Controlli quanto ti prendi cura di te mentre costruisci.
Ogni giorno puoi migliorare un sistema.
Affrontare una paura.
Imparare qualcosa.
Tenere fede a una promessa.
E dedicarti un’ora di vita vera.
Questa è l’impresa più difficile.
Ed è anche l’unica che vale davvero la pena portare a termine.
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Sempre dalla parte di chi costruisce.
Il team di Builded.